venerdì, dicembre 22, 2006

Una malattia chiamata "genitori"


Anne A. Schützenberger e Ghislain Devroede

In maniera del tutto inconsapevole, i nostri genitori, i nostri nonni, i nostri avi, ci lasciano in eredità problemi non risolti, traumi non “digeriti”, segreti indicibili.Quando le cose non vengono dette, il corpo – lui sì – deve per forza esprimerle: questa è la somatizzazione. Il corpo del bambino – figlio, nipote o pronipote che dir si voglia – qualunque sia la sua età, si trasforma nella voce dell’antenato ferito, nella “parola” del suo trauma.Diventa allora necessario “tirare fuori lo scheletro dall’armadio”, decodificare le ferite non rimarginate e occuparsene, per liberarsi – alfine – dal “freddo” che ci hanno portato dentro.

Anne Ancelin Schützenberger è professore emerito di psicologia all'Università di Nizza e co-fondatrice dell'Associazione Internazionale di Psicoterapia di Gruppo. La sua esperienza è nota a livello internazionale, soprattutto per la psicoterapia di gruppo e lo psicodramma. È autrice di numerosi libri sull'argomento. Con Di Renzo Editore ha già pubblicato La sindrome degli antenati (2004).

Ghislain Devroede, specialista in disfunzioni dell’apparato digestivo, professore di chirurgia all’Università di Sherbrooke, in Québec, è autore di testi sul rapporto tra malattia e problemi psicologici.

domenica, dicembre 17, 2006

Margherita Hack apre Book & wine


L’astrofisica Margherita Hack ieri a Pescara ha incontrato prima gli studenti del Marconi all’auditorium Flaiano, mentre nel pomeriggio ha inaugurato la libreria “Book & wine” al piano terra di Hub, il locale di Roberto Ferrini vicino al tribunale. La scienziata, intervistata da Maria Rosaria La Morgia, ha presentato al pubblico il suo ultimo libro “Una vita tra le stelle” (Di Renzo Editore). La libreria “Book & wine”, molto attenta alla cultura del vino è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 22, mentre nelle giornate di venerdì e sabato l’orario è prolungato fino a mezzanotte.

martedì, ottobre 31, 2006

I ragazzi delle Carine


Lia Di Renzo, Di Renzo Editore

Ho conosciuto Lia Di Renzo quando era preside alla Scuola Media Statale “ Mazzini” di Roma attraverso una segnalazione pressante di Pina Candia, allora reggente dell’Istituto Statale di Cultura a Pecchino, con la quale avevo contatti per la Festa Internazionale della Primavera e il Premio Cypraea – Giovane Europa, punti cardini delle manifestazioni promosse dall’Associazione Culturale Cypraea, da me fondata, che impegna giovani di tutto il mondo e ne converge le forze in incontri che producono non solo idee e progetti ma incanalano alla socialità, alla comprensione e conoscenza fra popoli diversi ed innestano il desiderio di pace e tutela della natura.

Ora mi trovo sulla scrivania il suo libro “I ragazzi delle Carine” che si muove sul filo conduttore della Cypraea nel messaggio di integrazione, convivenza e pace, concetti che la scrittrice esprime con un linguaggio scorrevole, chiaro, incisivo e direi in alcuni punti profondamente coinvolgente.

La protagonista Hailji Pan, nata a Pechino, che giunge a Roma per frequentare la Scuola italiana, porta nel cuore un mondo ormai lontano e nella mente la preparazione ad accoglierne un altro ed integrarlo nella sua cultura. L’apertura alla nuova vita viene puntualizzata dalla luce che entra ovunque,lungo i corridoi della scuola dalle ampie vetrate all’aula grande e luminosa,. La Cina è vicina a lei, e rivede i vecchi docenti che , nella loro povertà, indossavano lo stesso vestito scuro così sconfortante nel periodo estivo, e la grande siepe di gelsomini bianchi. Nell ‘inoltrarsi in questa vita nuova, costellata da nuovi compagni, da professori che le insegnano che il male è ignoranza e il sapere è coscienza morale e conoscenza di sé,la protagonista scopre che alle Carine ogni giovane, indipendentemente dal colore della pelle è portatore di diritti inviolabili, è sede di valori che rendono partecipi e comprende di far parte della specie umana come incontro delle diversità.

Ma mano che ci si inoltra nel racconto si apre la porta della stanza virtuale di Lia , vi si entra e si conosce negli oggetti che la circondano, nelle emozioni che trasmette, nella passione che avvolge i suoi “ ragazzi” una vibrazione forte che il divenire del tempo, che ivi trascorre, emette e diffonde. Un divenire che passa attraverso tre stadi, passato, presente e futuro ma che si radica nella memoria storica del ricordo che conduce l’autrice a parlare di odori e profumi delle cose soprattutto di quelle che stanno scomparendo dalla nostra civiltà …forse per il troppo smog sul cuore degli uomini che annerisce i ricordi del proprio passato. Anche le persone, soprattutto quelle legate da affetti familiari, con i loro sentimenti lasciano una traccia nel luoghi dove vivono, una misteriosa presenza che si dilata nel cuore di chi ne avverte il fluido.

Man mano che si procede nella lettura si incontrano altri giovani, come la sudanese Adrel dalla pelle colore ebano liscia e levigata, della quale in poco spazio narrativo l’autrice descrive la disperazione, facendola penetrare nell’intimo di chi legge, tanto da spingerlo ad aggiungere immagini ad immagini in un nuovo mosaico interpretativo dei sentimenti. Su questa linea armonica le Carine sono il simbolo di un Eden non perduto ma che si compone e Lia Di Renzo in questo incontro continuo di personaggi rende anche il paesaggio animato, palpitante, vivo e parte integrante del raccontare.

I concetti tanti e belli, attuali e profondi, validi e maturi, trasformano questo libro in una terra senza confini in quanto una volta aperto per leggerlo ti sorprende come si dilati e diventi ampio come il cielo, dove ti invita e ti aiuta a volare sulle ali della vera Libertà e della vera Pace.

Cecilia Coppola

mercoledì, ottobre 25, 2006

La sindrome degli antenati


Maurizio Gasseau
- Facoltà di Psicologia – Università di Torino

Anne Ancelin SchützenbergerLa sindrome degli antenatiDi Renzo Editore

Più volte gli studenti universitari e quelli delle scuole di specializzazione in psicoterapia, affascinati dalle ricerche sulla trasmissione transgenerazionale dell’Autrice, mi hanno chiesto dove poter reperire, in lingua italiana, questi lavori, indispensabili, oggi, per comprendere cosa ci sia dietro ai sintomi delle malattie psicosomatiche e ad alcuni disturbi oncologici, per poterne cogliere quei legami “transgenerazionali” inconsci che vincolano i soggetti ai loro antenati.
Il titolo della prima edizione francese Aïe, mes aïeux!, apparso nel 1993 e tradotto in inglese, tedesco, russo e spagnolo, mostra tutto il peso di questi legami, ai quali l’Autrice, profonda studiosa del corpo e attenta conduttrice di gruppi, si riferisce citando Sant’Agostino: “i morti non sono degli assenti, sono degli invisibili”. In tal modo Ella vuole aprirci a un mondo di voci interiori e di presenze transgenerazionali che popolano il teatro oscuro della nostra mente.
Anne Ancelin Schützenberger ha iniziato i suoi studi in Psicologia all’Università di Parigi nel primo dopoguerra ed è stata iniziata alla formazione psicoanalitica dall’antropologo Robert Gassain, direttore del “Museo dell’Uomo” di Parigi e da Françoise Dolto.
Nel 1950, inoltre, Anne ha ricevuto il Prix de l’Aide Allièe à la Resistance come risultato del suo impegno durante gli anni dell’occupazione nazista.
Nel 1951 ha intrapreso l’avventura americana che l’ha portata ad osservare e studiare i processi di interazione e le dinamiche di gruppo con gli allievi di Kurt Lewin al Research Center for Group Dynamics e, nello stesso anno, ha conosciuto Jacob Levi Moreno. Profondamente colpita dalla personalità di questi e dai suoi lavori, ha sempre affermato di sentirsi una delle figlie adottive del fondatore della sociometria, divenendo in seguito uno dei primi Direttori di psicodramma del Moreno Institute di Beacon-New York. Da quel momento Anne Schützenberger è rimasta sempre professionalmente vicino all’ideatore della psicoterapia di gruppo, sostenendolo, con la sua presenza, anche negli ultimi mesi di vita.
Moreno ha riconosciuto in lei la spiccata intelligenza, le fervide intuizioni e le notevoli capacità di osservazione, fino a volerla come rappresentante della cultura psicodrammatica nel mondo accademico.

Anne Schützenberger ha raccolto, in un ventennio di lavoro, le osservazioni sulla comunicazione non verbale nei gruppi, documentandole in una tesi conclusiva di dottorato. Nel 1976 ha ricevuto la nomina di Professore Emerito e la cattedra di Psicologia Sociale e Clinica all’Università di Nizza dove già insegnava dal 1967 ed è stata per quasi vent’anni Direttore del Laboratorio di Ricerca di Psicologia Clinica Sociale.
Impegnata nella ricerca e nella didattica universitaria a Parigi e a Nizza, ha sviluppato il suo insegnamento in Europa, in Asia, nelle Americhe, in Nord Africa ed in Australia, grazie anche alla rete di relazioni internazionali che l’ha portata ad essere uno dei pilastri dell’International Association of Group Psycotherapy (IAGP) creata da Moreno nel 1951.
Nel 2001 è stata la prima psicodrammatista ad essere riconosciuta come Membro Onorario della Federation European of Psycodrama Training Organization (FEPTO) alla cui costituzione aveva attivamente partecipato.
È stata allieva del fondatore della gruppoanalisi S.H.Foulkes da cui aveva appreso l’importanza delle matrici per lo sviluppo di un modello multipersonale della mente, e della psicoanalista Francoise Dolto, durante le cui supervisioni, alla fine degli anni ’50, emerse l’importanza di conoscere della vita degli antenati, nonché l’intuizione del rilievo delle trasmissioni inconsce e involontarie nei legami transgenerazionali.
Il presente volume che, nella sola Francia, ha venduto più di duecentomila copie, presenta una ricca serie di studi e ricerche sui fenomeni transgenerazionali; l’opera dell’Autrice si compone, progressivamente, in un mosaico di contributi dei suoi Maestri e dei precursori degli studi dell’inconscio e del genosociogramma e si arricchisce degli esempi clinici raccolti nel corso della sua pratica professionale e dell’analisi di eventi storici e di bibliografie di personaggi illustri. Un libro denso di significativi apporti e di stimoli teorici quali quelli di Nicolas Abraham e Maria Török sui segreti familiari e “la cripta” ed “il fantasma” e di Josephine Hilgard sulla sindrome dell’anniversario, che offre ad Anne Schützenberger la conferma statistica di quanto l’Autrice aveva osservato nel corso della sua pratica clinica: la ripetizione di generazione in generazione di eventi traumatici.
Le trasmissioni transgenerazionali, secondo la Schützenberger, sono in genere legate a dei segreti, a delle cose taciute, nascoste, talvolta proibite anche al pensiero che attraversano le generazioni, senza essere né pensate né elaborate. L’Autrice ha allargato la prospettiva della Hilgard prendendo in considerazione un numero maggiore di generazioni ed osservando il fenomeno non solo nelle vicende delle famiglie, ma anche nella storia dei popoli: nel testo Ella propone una chiave di lettura transgenerazionale, nei secoli, sulle vicende del Kossovo.
Lo strumento del genosociogramma è presentato come elemento fondamentale
per ricostruire i passaggi significativi nella storia delle famiglie e per invitare ad una presa di coscienza di eventuali ripetizioni dei traumi del soggetto sofferente, ripercorrendo date ed eventi che permettono la ricerca di legami nascosti o inconsci.
La psicoanalista Schützenberger lavora sulla comunicazione non verbale, su dimenticanze, rotture, fratture dell’anima, sincronicità e coincidenze di nascita e morte, matrimonio, separazione, incidenti, comparsa di malattie, fallimenti, dati importanti nell’universo personale e familiare del soggetto che illuminano sulla realtà psicologica.
Nel 2001 Alessandra Verri che ha discusso, alla Facoltà di Psicologia di Torino, una tesi dal titolo “Ricerca e Studi di Anne Ancelin Schützenberger: il suo approccio al transgenerazionale” mi ha consentito di trarre molte nuove informazioni.
La lettura delle opere dell’Autrice e la partecipazione ai suoi seminari hanno profondamente mutato la mia condotta di psicoterapeuta e di psicoanalista e ringrazio con affetto Anne per la costanza e la passione per la ricerca che ha permesso a tutti noi di beneficiare dei suoi stimoli e del suo lavoro.
A Vienna, recentemente, durante il 3° Congresso Mondiale di Psicoterapia organizzato dal World Council of Psychoterapy ho visto, ancora una volta, la professoressa Schützenberger esporre, con lo stesso vigore ed estrema chiarezza, ad una platea di psicoterapeuti, i suoi studi sul transgenerazionale.
La domanda che pongo ai ricercatori italiani, rileggendo questo testo, è se il genosociogramma possa essere un utile strumento di prevenzione, o persino di terapia, del disturbo oncologico, sempre più diffuso ai nostri giorni.
Invito pertanto i lettori italiani a lasciarsi fluttuare in ricordi ed associazioni, durante la lettura, per poter meglio assimilare i contenuti di questo testo.

La sindrome degli antenati


venerdì, ottobre 20, 2006

L’immagine filogenetica: un’ipotesi micropsicoanalitica sulla trasmissione transgenerazionale

Nella storia della psicoanalisi l’ipotesi di una trasmissione di moduli psichici da una generazione all’altra si è posta più volte.
Già Freud in “ Totem e tabù” parla di trasmissione transgenerazionale rispetto ad importanti traumi psichici replicati più volte nella storia dell’umanità. Freud oscillerà sempre tra l’ipotesi di trasmissione fra generazioni basata su processi inconsci di identificazione e quella di trasmissione ereditaria: “ I divieti si sono quindi conservati di generazione in generazione forse soltanto a causa della tradizione, rappresentata dall’autorità dei genitori, o della società, o forse, invece, si sono organizzati nelle generazioni successive come patrimonio psichico ereditario”.(1)
Più recentemente psicoanalisti di varie scuole si sono trovati di fronte a situazioni cliniche spiegabili solo ricorrendo al concetto di trasmissione transgenerazionale.
Fainberg (1993) per spiegare come in ogni analisi compaiano, ad un certo punto, condotte transferali e ripetizioni che acquistano un senso solo se vengono collegate a traumi vissuti da generazioni precedenti, ha coniato il termine di identificazione alienante: questa identificazione, che si manifesta in modi privilegiato ne transfert, non è del tutto solidale con la storia del soggetto ma ad una storia che, almeno parzialmente, appartiene ad un altro, un predecessore.
A. Schützenberger, in “ La sindrome degli antenati” (1993, Di Renzo Editore 2004), riporta numerosi esempi riguardanti la ripetizione, in più generazioni, di moduli comportamentali: si tratta soprattutto di atti mancati che conducono ad incidenti autolesionisti che si ripropongono con inquietante somiglianza di padre in figlio.
La micropsicoanalisi, con il concetto di Immagine, articola il fenomeno della trasmissione transgenerazionale alla rimozione e alla coazione a ripetere.
L’Immagine, in micropsicoanalisi, è un insieme geneticamente organizzato di rappresentazioni ed affetti derivati da tutte le esperienze pulsionale, qualitative (rappresentazioni) e quantitative (affetti). L’immagine struttura l’inconscio.
L’aspetto energetico è ereditario. L’immagine filogenetica é quindi una sorta di modulo d’azione che trova nei nuclei di fissazione e nella rimozione ontogenetica i codici espressivi.
L’immagine filogenetica è in stretta sinergia con la coazione a ripetere trasportando attraverso le generazioni le tracce dei traumi, o per meglio dire il modulo d’azione del trauma. Di generazione in generazione questo modulo si ripeterà ed agirà la persona trovando i suoi codici espressivi nelle vicende ontogenetiche.
In questo senso i contenuti espressivi dell’azione varieranno secondo il periodo storico: ad esempio la tendenza a cortocircuitare il conflitto tramite l’acting-out autolesionistico si esprimerà, nelle diverse generazioni, in modi diversi quali l’ardito della prima guerra mondiale, il corridore di corse clandestine oppure il tossicodipendente, eccetera.
Le vicende ontogenetiche sono influenzate dall’immagine filogenetica ma nel contempo partecipano alla sua strutturazione nell’attuale. Riprendendo l’esempio precedente: il modulo energetico primario esiste e spinge per replicarsi ma buoni processi sublimativi possono portare l’individuo a scelte avventurose ma non avventate, a volte socialmente utili e considerate dalla società meritorie. Ad esempio forti identificazioni con valenza sublimatoria possono deviare la spinta ripetitiva verso scelte di vita che comportano sacrifici personali e rischi importanti, ancorando in queste situazioni esistenziali la spinta all’autodistruzione il rischio del suicidio mascherato può diventare minore.
Come si manifesta l’immagine filogenetica?
Il sogno ne è il luogo privilegiato di ripresentazione. Peluffo (1991) afferma: “L’esigenze dell’Immagine vengono rappresentate specialmente nel sogno che diventa il ponte tra la filogenesi e l’ontogenesi. L’immagine filogenetica si mantiene viva e si manifesta nel sogno (come esigenza dell’Es) preparando nell’inconscio quelle attività che produrranno il comportamento di veglia” (pag. 31). (2)
Nell’iter micropsicoanalitico i luoghi privilegiati di incontro con l’immagine filogenetica sono quindi l’analisi dei sogni o meglio delle serie oniriche fino a comprendere tutta la produzione onirica dell’analizzato, il transfert e soprattutto la dinamica transfert e controtransfert.
Uno specifico supporto ideato da Fanti che permette l’avvicinamento all’immagine filogenetica e la sua elaborazione è lo studio dell’albero genealogico.
Qual è l’utilità di questo supporto?
Come si è spiegato in precedenza nella ripetizione transgenerazionale si è perduto il contenuto rappresentativo del trauma, le sue connessioni storiche, ciò che rimane è una sorta d’algoritmo inconscio che guida la ripetizione. Lo studio dell’albero genealogico, accompagnato alla presa di coscienza delle vicende ripetitive che scorrono di generazione in generazione, permette di dare a quest’algoritmo una rappresentazione conscia; ciò permette di vincolare al preconscio – conscio la spinta ripetitiva, legare l’energia libera ad una serie associativa di rappresentazioni di parola. In altri termini si mette in atto un tentativo di svincolamento dell’energia che alimenta la coazione a ripetere ad una serie associativa di rappresentazioni ed affetti governata dalle leggi del processo secondario.
Se il tentativo riesce si riconnette il trauma ad uno spazio tempo: rendendolo conoscibile e rappresentabile lo si ancora al secondario permettendo la neutralizzazione delle esigenze di ripetizione.

Note:
1 Freud, Totem e Tabù ( 1912/13) in Freud opere Boringhieri 1980 Torino
2 N. Peluffo, Il comportamento incomprensibile dell’adolescente come manifestazione dell’immagine filogenetica” in Bollettino dell’Istituto Italiano di Micropsicoanalisi, 1991, Tirrenia Stampatori

Baby sitting, giochi e consulenze: nasce Domus, la casa della famiglia


Ci sarà tutto. Aree gioco e animazione, servizio baby sitting, settori per le consulenze legali o psico – pedagogiche, mostre e anche spazi autogestiti. E poi un centro di documentazione e servizi di sostegno alle famiglie. Dove? Nella Domus del comune di Roma. Un progetto a cui sta lavorando l’assessorato capitolino alla Famiglia e all’Infanzia e che entro un anno sarà operativo. «Le famiglie, soprattutto quelle che vivono in grandi centri, hanno bisogno di essere ascoltate, di capire i loro figli e di superare le varie difficoltà – spiega l’assessore Lia Di Renzo – Per me questo è un atto dovuto nei confronti dei genitori».

Niente a che vedere con i consultori o con gli sportelli a cui si rivolge una tantum, ma delle vere e proprie case, gradevoli, accoglienti e accessibili a tutti. Insomma, un luogo di incontro per i ragazzi ma anche per i genitori, un centro comunale per la famiglia in cui i cittadini potranno confrontarsi con esperti, chiedere aiuti e consigli che siano di ordine legale, sociale, lavorativo o psico -pedagogico.

Ci saranno spazi aperti e attrezzati. Alcuni dei quali autogestiti, nei quali cioè si potranno organizzare feste, incontri, visite. Immancabili le ludoteche, dove per altro si potranno organizzare spettacoli teatrali e musicali.

Per i più piccini, poi, verrà assicurato un servizio di baby sitting, anche per permettere ai genitori di partecipare alle altre attività o semplicemente di documentarsi su un argomento o su un problema che li interessa da vicino mentre il figlio sta al sicuro.

Utilizzando delle strutture libere ma di proprietà del Campidoglio, anche per cercare di contenere i costi (che per il 2007-2008 sono quantificabili in 1 milione di euro), le Domus sorgeranno in più parti della città.

«L’idea è quella di creare una Domus cittadina, una sorta di cabina di regia centralizzata – continua la Di Renzo – che magari sia nel centro di Roma. Per questo infatti abbiamo già individuato uno spazio vicino a Piazza di Spagna, precisamente in via Belsiana, e insieme ad altri assessorati (primi dio quelli del Patrimonio, dell’Urbanistica e dei lavoro pubblici, ndr) stiamo realizzando degli studi di fattibilità. E poi, a seguire, altri centri territoriali o in corrispondenza delle cinque Asl o dei venti municipi. Fra questi potremmo anche usare la Limonaia di villa Torlonia o la Casina di Raffaello a villa Borghese».

Lo svago
Nelle Domus ci saranno aree all’aperto e spazi attrezzati oltre a luoghi autogestiti in cui organizzare spettacoli teatrali, feste e incontri.

I servizi
Per i genitori ci saranno servizi di consulenza legale, psico – pedagogica, sociale e lavorativa. E anche un centro di documentazione.

Gli obiettivi
Le Domus, sia quella centrale che quelle territoriali, vogliono essere un modo per ascoltare e anche per aiutare tutte le famiglie in difficoltà.

Presso Di Renzo Editore ha pubblicato Organi collegiali della scuola, Insegnare oggi e I ragazzi delle Carine.

lunedì, ottobre 16, 2006

Margherita Hack a Pescara


Il 25 novembre 2006 Margherita Hack, autrice di Una vita tra le stelle (Di Renzo Editore) incontra gli studenti del Liceo Marconi presso l’Auditorium Flaiano di Pescara.

Per ulteriori informazioni: vitatralestelle.it

giovedì, settembre 21, 2006

La pedina di vetro


Antonella Tavassi La Greca
La pedina di vetro
Biografia di Giulia figlia dell’imperatore Augusto
Di Renzo Editore

La triste vita di Giulia, la figlia di Ottaviano Augusto, con il quale ella instaura un legame molto saldo, intriso di complicità e ammirazione. Giulia sarà la moglie di coloro che il primo Imperatore di Roma volle designare alla successione: prima il giovane Marcello, poi il condottiero Agrippa, infine Tiberio. Un’accusa di adulterio la costringerà a un esilio senza ritorno. Dalle fonti storiche affiorano dubbi sui motivi che emarginarono l’unica figlia di Augusto, allontanandola per sempre dalla vita dorata che conduceva a Roma, per seppellirla viva su uno scoglio in mezzo al mare. Antonella Tavassi La Greca è nata a nel 1951 a Napoli, dove si è laureata in Storia e Filosofia nel 1974. Vive a Roma dove ha insegnato per circa vent’anni nei Licei. Da questo libro è tratta la sceneggiatura Voce di Giulia.

mercoledì, settembre 13, 2006

Una specie di mondo in miniatura

Noi ragazzi della III B stiamo leggendo un libro di narrativa molto speciale, “I ragazzi delle Carine” (Di Renzo Editore) che racconta di un’avventura che ha coinvolto la Scuola Media Mazzini di Roma. Ciò che rende singolare questa scuola, situata non lontano dal Colosseo, è la sua multietnicità.

All’inizio dell’anno scolastico abbiamo incontrato l’autrice del libro in questione, Lia Di Renzo, ex preside della scuola Mazzini. Veramente ci aspettavamo qualcosa di noioso, invece si è trattato di un colloquio vivace e interessante, e la stessa scrittrice ci è apparsa una persona molto schietta, che in modo semplice simpatico, ma anche carico di umanità, ci ha presentato il libro per aiutarci a capire meglio la trama. Ha cominciato illustrandoci alcune vicende accadute prima dei fatti raccontati nel libro. La scuola si è aperta sistematicamente agli stranieri intorno al 1990. In quegli anni gli immigrati non erano ancora accettati nella scuola italiana come un fatto normale, come accade oggi. In quegli anni, inoltre, c’era una grande affluenza di cinesi nel nostro paese, per cui la scrittrice Di Renzo pensò bene di fare della scuola Mazzini di Via delle Carine (ecco spiegato il titolo del libro), una scuola “internazionale” che potesse accogliere questi immigrati. Cercò di accordarsi con l’ambasciata cinese per poter dar vita al suo difficile progetto. Inizialmente l’Ambasciatore si dimostrò restio, e forse diffidente, ma la preside insistette molto, offrendo persino diversi regali che furono presi, ma mai aperti in sua presenza. La direttrice interpretò questo come un rifiuto, un atto maleducato, ma in seguito le fu spiegato che, nelle usanze cinesi, per una forma di cortesia, i regali vengono aperti soltanto in privato. Passò, quindi del tempo ma poi i Cinesi si convinsero. I professori, naturalmente poco preparato a tutto ciò, seguirono dei corsi di aggiornamento relativamente alla cultura cinese, oltre che russa ed araba. Dovevano essere pronti a tutto. Il giorno dell’apertura della scuola si presentarono circa 30 cinesi , tutti con una lattina di Coca cola, un gesto, questo, che poteva giustificare il loro desiderio di essere considerati come occidentali. Tutti, comunque, sia insegnanti che allievi, all’inizio, erano impauriti e preoccupati. Il maggiore problema che si presentò fu la difficoltà di comunicazione, ma gli alunni ed i docenti i, ci ha riferito la scrittrice, lo superarono ben presto trovando in modo estremamente naturale, la soluzione più internazionale di tutte: comunicarono con il sorriso. Questo ci è sembrato molto bello, perché un sorriso è la prova migliore della volontà di un’unione pacifica , amichevole tra popoli diversi. Non mancarono certo difficoltà tecniche, pratiche e legate alla diversa esperienza scolastica precedentemente acquisita; ad esempio durante le lezioni, i cinesi erano abituati solo a rispondere a domande precise e avevano grosse difficoltà ad illustrare un argomento, impostando un discorso. Per fortuna questi problemi,con la buona volontà di entrambe le parti, ma anche con tanto amore, sono ormai superati ed attualmente la scuola Mazzini è un luogo di pace in cui convivono alunni di 74 nazioni diverse. Molti alunni che l’hanno frequentata la ricordano come “ un posto magico e unico, una specie di mondo in miniatura”. Sentendo parlare Lia di Renzo ci siamo resi conto che lei ha fortemente voluto questo progetto perché è convinta che il confronto tra culture diverse porta i giovani ad essere più aperti, a pensare la diversità in senso positivo, e,di conseguenza, a migliorare. La scrittrice poi ci ha raccontato dei suoi viaggi in Cina, organizzati dall’ambasciata cinese proprio per gli insegnanti della scuola, in cui ha potuto approfondire la conoscenza degli usi e dei costumi del popolo cinese. Ad esempio lo sapevate che in Cina toccare qualcuno, come spesso noi facciamo, parlando, vuol dire non farlo crescere? Siamo rimasti poi sorpresi nell’apprendere che le classi, nelle scuole cinesi, raggiungono anche il numero di 60 alunni. E poi… un’usanza che ha lasciato tutti a bocca aperta : i bagni nei luoghi pubblici, e quindi anche nelle scuole, sono a vista … la scrittrice ci ha riferito che lei stessa, purtroppo, ha dovuto, per necessità di forza maggiore, servirsene. L’incontro ha talmente entusiasmato noi ragazzi, che, alla fine, abbiamo chiesto, e ottenuto, dalla Di Renzo,il suo autografo, con dedica personalizzata, su ognuno dei nostri libri. Solo dopo l’abbiamo salutata, con viva simpatia, perché l’incontro con lei ci ha portato a riflettere ancora meglio sul problema delle diversità culturali: è veramente impressionante pensare alle differenze che esistono tra noi e gli altri popoli e per questo è importante confrontarsi con altre culture per conoscerle in un clima pacifico. E’ proprio questo lo spirito che ha creato quell’angolo di pace e unità tra i popoli nella Scuola Mazzini di Roma.


martedì, settembre 12, 2006

Al Marconi Margherita Hack incontra gli studenti


Dopo gli astronauti, Guidoni e Vittori, Pescara si prepara ad accogliere un altro personaggio illustre dell’astrofisica mondiale.

Il 20 ottobre arriva in città Margherita Hack, 84 anni, fiorentina di nascita ma triestina di adozione da più di 40 anni. La Hack, uno dei pochissimi astrofisici donna del mondo, sarà a Pescara per incontrare gli studenti dell’Istituto “G. Marconi”, su invito della professoressa Clementina Leuci, docente di matematica e fisica. L’appuntamento al teatro Massimo dove mille studenti del liceo linguistico e scientifico tecnologico avranno la possibilità di assistere all’incontro con la Hack che nell’occasione ripercorrerà le tappe della sua carriera di astronoma. Ordinaria di astronomia all’università di Trieste, direttore dell’Osservatorio astronomico e direttore del Dipartimento di astronomia, la Hack si è distinta negli anni anche come “guru” del pensiero alternativo: notoriamente legata alle ideologie di sinistra, irremovibilmente atea, vegetariana e da sempre paladina dei diritti degli animali. Un’occasione irrepetibile per gli alunni del Marconi, guidati dal preside Giuseppe Ciardulli, che avranno la possibilità di ascoltare e fare domande su argomenti di astronomia trattati sui banchi di scuola, come l’origine dell’universo, le teorie sui neutrini, sui buchi neri, sulle onde gravitazionali. E l’interesse sale, è il caso di dirlo, alle stelle se a rispondere ai quesiti c’è una leggenda vivente di nome Hack.

Questi incontri sono incentrati sulla discussione del contenuto dei seguenti libri:

martedì, agosto 29, 2006

Margherita Hack a Pordenone



Domenica 22 settembre 2006 Margherita Hack sarà a Pordenone per partecipare alla Festa del libro con Autore, nell'ambito del progetto Pordenonelegge.

Uno dei primi libri divulgativi di Margherita Hack pubblicati in Italia (Di Renzo Editore) è "Una vita tra le stelle": in questo libro, continuamente aggiornato, l'autrice parla della sua storia personale, soffermandosi anche sullo sviluppo dell'astrofisica in Italia e all'estero.

mercoledì, luglio 12, 2006

Comprendere il bambino


Superare il trauma del divorzio e della separazione dei genitori, non è facile. A volte i nodi arrivano al pettine anche dopo anni, mostrando a volte problemi e difficoltà nel gestire, in modo non conflittuale, i rapporti con l'altro sesso.

Però, nel momento in cui si arriva alla separazione e al divorzio, i genitori possono e devono impegnarsi a far sì che la qualità del tempo che passano coi loro figli, sia ottima.

Come detto già altre volte, non conta quanto tempo si stia con loro, ma quanto siamo presenti e quanto ci si relaziona con loro, quando siamo con loro. A che serve essere con loro quattro ore al giorno se in quelle ore pensiamo al lavoro o programmiamo la giornata che ci aspetta domani?

Il libro che vi propongo aiuta proprio in questo (Di Renzo Editore).

A cura di Silvia Ancordi

lunedì, luglio 10, 2006

Margherita Hack

Ecco una foto di Margherita Hack. Da sinistra, in ordine: Aldo, marito di Margherita, Fiorella Operto, Francesca Di Renzo, Alessandro Di Renzo e Leonarda Anselmo.

martedì, luglio 04, 2006

Intervista a Lia Di Renzo


LA REPUBBLICA, domenica 2 luglio 2006

Lia Di Renzo, assessore alla Famiglia e all’Infanzia. In Campidoglio dopo decenni d’esperienza come direttrice scolastica.
“Una baby-sitter in tutti i musei e una Rete per l’aiuto tra famiglie.”
Ha un curriculum pesante: due lauree, tre master e dieci anni di esperienze nella più straordinaria tra le scuole medie romane, la Mazzini dei bimbi di ogni etnia e dei piccoli sordomuti di cui conosce le lingue (gestuale e labiale). Lia Di Renzo, nominata assessore delle Politiche per l’infanzia e la famiglia al posto di Pamela Pantano, al cursus honorum già significativo vuole aggiungere la realizzazione di una promessa tonante: “Voglio che in tutti i musei di Roma ci siano baby sitter in grado di accudire i bambini”.

Come nasce quest’idea? E perché proprio nei musei?
“Perché le famiglie hanno diritto di godere delle attività culturali che la città offre. Dopo il teatro dell’Opera, che già lo fa, l’iniziativa sarà estesa al Quirino, poi ai musei.”

Cos’altro ha intenzione di fare?
“Non posso dirle nulla, è troppo presto. Non ho ancora completato il programma, e comunque lo devo discutere con il sindaco.”

Un accenno?
Per prima cosa comincerò ad ascoltare le famiglie. Noi dobbiamo puntare sulla centralità della “famiglia Roma”, ovvero Roma come grande famiglia...”

Ma questo forse è politichese. Torniamo alle idee concrete.
“Sì, ma ripeto: sono ancora idee da sviluppare. Una cosa è certa, penso a una Casa della famiglia.”

In che cosa consiste esattamente?
“Sarà il luogo in cui ottenere tutte le informazioni sui servizi offerti alla famiglia, anche da altri assessorati: per esempio su chi può occuparsi del nonno quando si va in vacanza. E poi vorrei creare la Consulta delle famiglie, un organo in cui sono loro stesse a riunirsi e fare proposte. Gliene dico un’altra: una Rete genitoriale, cioè creazione di una comunità di genitori che sappiano aiutarsi gli uni con gli altri, nello spirito che questa città ha sempre saputo esprimere.”

Continuerà il lavoro sulla scia di quello fatto dall’assessore Pamela Pantano?
“C’è una differenza chiara già nel nome dell’assessorato: era all’Infanzia e alla famiglia, ora è esattamente il contrario. Una decisione che mi rappresenta, tuttavia manterremo molte delle cose realizzate dalla Pantano e alcune le potenzieremo. Penso a “Pierino e il Lupo” contro la violenza, al Consiglio comunale dei bimbi e ai clown nei reparti ospedalieri. O ancora i “Bus a piedi”, cui voglio aggiungere “A piedi da soli” creando una rete di persone che tengono sott’occhio i bimbi che vanno a scuola, dall’edicolante al cartolaio e al negoziante.”

Come si fa nei paesi, in provincia ancora.
“Infatti. Quando ero piccola vivevo in un paese, in Abruzzo, Lettomanoppello, per l’esattezza. Si era sempre controllati da qualcuno quando si stava in strada, dai vicini che ti vedevano, dai genitori degli amichetti. Una supervisione bonaria e affettuosa. Anche i genitori di Roma devono potersi fidare a mandare i ragazzini a scuola da soli. I bambini quando vengono accompagnati sempre in auto perdono il senso dell’orientamento cittadino e ne perdono anche la bellezza.”

Ha già una gran passione per il suo lavoro. Se l’aspettava il compito che le hanno affidato?
“Mi sarei aspettata tutto, meno questo. Ero in pensione, scrivevo libri. Un giorno mi telefona Rutelli e mi chiede se sarei stata disponibile a questo ruolo. Ho detto di sì un po’ sorpresa, distrattamente, convinta che avrei potuto fare marcia indietro. Invece un’ora dopo mi ha telefonato Veltroni.”

E come ha reagito?
“Mi sono detta: svegliati Lia, è proprio vero. Ma sono ancora un po’ stordita adesso. Continuo a non crederci del tutto ma mi sono messa già a lavoro.”

Paolo G. Brera

giovedì, giugno 08, 2006

L’universo di Hack – La scienziata spiega i segreti delle stelle

Come divulgare una spiegazione razionale del mondo che ci circonda

Adriano Petta

Una vita tra le stelle differisce da altri trattati scientifici perché è accessibile anche ai non addetti ai lavori: Margherita Hack ci prende per mano e con un linguaggio chiaro e scorrevole, dopo averci raccontato l’evoluzione dell’astrofisica avvenuta soprattutto grazie al progresso della tecnologia che ha reso possibile la costruzione di potentissimi telescopi (dotati di specchi che arrivano fino ad otto metri di diametro) e di satelliti per uso astronomico, ci porta a spasso attraverso l’origine dell’Universo, la sua evoluzione e la sua età.

Poi il cammino prosegue lungo la caccia ai neutrini, la materia, l’antimateria, la possibilità dell’esistenza dei buchi neri, le onde gravitazionali, l’esplorazione del sistema solare e la ricerca di altri sistemi come il nostro… e quindi il capitolo più bello in assoluto, Il migliore dei mondi possibili. In queste pagine la grande scienziata italiana ci fa osservare che “il nostro Universo possiede delle proprietà che sembrano fatte su misura per noi” e che “se le costanti universali fossero diverse da quelle che sono, anche di pochissimo, le reazioni nucleari non potrebbero avvenire e quindi non si formerebbero le stelle, le galassie e tutti gli elementi di cui siamo fatti”. Ed è naturale che possano sgorgare anche le domande che da sempre assillano l’uomo: Chi ha creato tutto questo? E perché? Ma l’autrice ci tiene a chiarire che sono domande che riguardano la filosofia, la metafisica e la religione: lo scienziato deve cercare di dare solo una spiegazione razionale del mondo che ci circonda, affermando semplicemente che noi ci troviamo nella situazione più favorevole ed “è per questo motivo che l’Universo sembra ideato proprio per noi”.

Poi, in poche pagine, dopo averci parlato della struttura generale dell’Universo (che non è riempito uniformemente di nubi di gas e di stelle, ma di agglomerati separati da grandi spazi praticamente vuoti) ci prospetta ipotesi che a noi semplici lettori ci fanno sognare: per andare oltre i problemi creati dalla teoria del Big Bang, altre teorie sull’Universo… infinite cavità, altri Universi con caratteristiche completamente diverse dal nostro, inflazione caotica ed eterna… Hack, così, ci fa balenare chiaramente l’idea che questo Universo potrebbe essere solo uno fra i tanti possibili e che gli infiniti mondi immaginati da Giordano Bruno stanno cominciando ad assumere una probabilità di esistenza.

Infine veniamo risucchiati un po’ più vicino, nel nostro sistema solare, con il racconto della sua esplorazione, delle sonde che ci hanno mostrato i segreti della Luna, di Marte, di Venere, Mercurio… Sonde che ora viaggiano verso gli spazi infiniti con targhe che portano impresse le nostre caratteristiche: una lettera indirizzata ad altri esseri viventi.

In una recente intervista Hack ha detto: “È una grande soddisfazione pensare che noi siamo così piccini, viviamo così poco, eppure nell’ultimo secolo siamo riusciti a capire così tanto della fisica degli astri”. È lo spirito di pura semplicità racchiuso in questo pensiero che permette a Margherita Hack – sia in questo prezioso volume che nelle sale dei teatri italiani dove la scienziata narra le sue “Variazioni sul cielo” – di divulgare ad un vasto pubblico i segreti del patrimonio dell’umanità dichiarato dall’Unesco: i 400.000 miliardi di stelle che compongono la nostra galassia, il cielo stellato.

giovedì, aprile 06, 2006

Indagini in famiglia



Recensione di Carla Ioppolo


Ci rendiamo conto ben presto di quanto sia importante la famiglia nella nostra vita. Essa è il primo gruppo in cui entriamo ed il nucleo di affetti e di regole, implicite ed esplicite, entro cui impariamo a vivere. La famiglia è un luogo in cui si fa, si subisce e si trasmette la storia. Una storia che coinvolge tutti i membri, snodandosi attraverso le generazioni, fino ad arrivare ai nostri giorni e continuare dopo di noi. È questo passato ed i legami inconsci che istituisce tra i membri del gruppo, a determinare il nostro posto all'interno della comunità familiare. Fatti, anche molto lontani, accaduti ai nostri antenati, fanno sentire il loro peso: episodi non chiari, dolorosi segreti, come pure accadimenti positivi possono fortemente condizionarci.
Come un diligente funzionario di polizia, Anne Ancelin Schützenberger, psicodrammatista e psicoterapeuta, illustra ne La sindrome degli antenati (Di Renzo Editore, 2004) il suo metodo d'osservazione del soggetto e del suo genosociogramma, il suo modo di reperire gli indizi di un legame da svelare per attribuirgli un nuovo senso, indagando "i legami nascosti nell'albero genealogico", che chiede ai suoi clienti di costruire.


giovedì, marzo 16, 2006

La sindrome degli antenati

Anne Ancelin Schutzenberger

Di Renzo Editore

In questo libro, Anne Ancelin Schützenberger, terapista e analista con oltre quarant’anni di esperienza, spiega e fornisce esempi clinici del suo originale approccio psicogenealogico alla psicoterapia. Siamo semplici anelli in una catena di generazioni, e spesso non abbiamo scelta e diventiamo vittime di eventi e traumi già vissuti dai nostri antenati.
Il libro, giunto in Francia alla 15° edizione, contiene interessanti casi-studio ed esempi di “genosociogrammi” che illustrano come i pazienti abbiano acquisito paure all’apparenza irrazionali, difficoltà psicologiche o persino fisiche scoprendo e cercando di comprendere i parallelismi tra la propria vita e quella dei propri avi.

La stanza del pensiero verginale

Origini letterarie del modello psicoanalitico della mente

M.H. Williams M. Waddel

Di Renzo Editore

Sempre più negli ultimi anni la psicoanalisi ha attinto alla tradizione letteraria e artistica della cultura occidentale allontanandosi dall’originario contesto medico-scientifico. La Stanza del Pensiero Verginale costituisce un’esplorazione originale e rivelatrice del ruolo seminale svolto dalla letteratura nella formazione del moderno modello psicoanalitico della mente. Le due Autrici sostengono che la psicoanalisi è la vera figlia della letteratura, non solo la sua interprete o esegeta, ed esemplificano la loro tesi con alcuni elementi tratti dalla loro esperienza clinica, ma soprattutto analizzando i processi mentali dinamici rappresentati nelle opere di Shakespeare, di Milton, dei poeti Romantici e di George Eliot.

Il bambino è il padre dell’uomo


Silvana Quattrocchi Montanaro

Di Renzo Editore

Il volume, lasciando parlare soprattutto le foto, vuole dare ai genitori e a tutti gli interessati, alcune informazioni sulla vita prenatale, la nascita e i primi anni di vita. La speciale importanza di questo periodo nello sviluppo umano è alla base del desiderio di raggiungere coloro che possono aiutare i bambini nel loro iniziale rapporto con l’ambiente di vita nel quale si realizza l’educazione.

Silvana Quattrocchi Montanaro, laureata in medicina e chirurgia, specializzata in psichiatria, fu chiamata nel 1955 da Adele Costa Gnocchi a lavorare nella scuola Assistenti all’Infanzia di Roma, dove ha insegnato per circa trent’anni neuropsichiatria infantile, igiene e nutrizione. È membro fondatore dell’Istituto Medico Italiano per lo Studio dei Fenomeni di Rilassamento e Stati di Coscienza ed esperta nella tecnica di rilassamento R.A.T. (Respiratory Autogenic Training). Dal 1968 prepara, presso Cliniche e Ospedali, i futuri genitori ad affrontare i bisogni dello sviluppo fisico e psichico del bambino. Ha diretto seminari in Europa, U.S.A., Messico e Giappone per sensibilizzare genitori ed educatori sull’importanza dei primi anni di vita nella costruzione della personalità umana. Direttore dei Corsi per Assistenti all’Infanzia dell’A.M.I. (Association Montessori International) di Roma e di Houston, Texas. Studiosa dei problemi dell’età evolutiva e autrice di lavori monografici sulla vita prenatale, il parto e l’igiene mentale infantile.

Prodotti destinati ad una alimentazione particolare

Alimenti per la prima infanzia e dietetici, aspetti tecnico-normativi, attualità e prospettive
(II ed. settembre 2001)

Lucia Guidarelli, Roberto Copparoni, Bruno Scarpa

Di Renzo Editore

ll testo raccoglie tutte le normative tecniche nazionali ed internazionali del settore dei prodotti dietetici e degli alimenti per la prima infanzia ed illustra le procedure per la loro immissione in commercio.
Gli Autori commentano in maniera approfondita la materia ed offrono numerosi spunti di riflessione di grande attualità e interesse in varie tematiche nel campo della nutrizione. Ne risulta uno strumento pratico, facilmente comprensibile, utile per gli operatori del settore e gli esperti in materia di nutrizione, che vogliono arricchire il loro bagaglio di conoscenze scientifiche con le disposizioni tecnico-normative vigenti in materia di prodotti destinati ad una alimentazione particolare.

Lucia Guidarelli, Roberto Copparoni e Bruno Scarpa sono medici in servizio presso la Direzione generale della sanità pubblica veterinaria degli alimenti e della nutrizione del Ministero della Salute.

DI RENZO REGULATORY AFFAIRS

mercoledì, marzo 15, 2006

L'azienda farmaceutica in Italia


Vittorio Silano - Maria Vittoria Nardone D'Errico

Di Renzo Editore

Questo volume, corredato da numerosi allegati a carattere documentale, offre una guida agevole, ma al contempo rigorosa sotto il profilo tecnico e giuridico, a tutti gli adempimenti di carattere normativo e tecnico a carico delle aziende che operano nel delicato settore del commercio e della produzione dei medicinali. Il volume inizia con la trattazione delle caratteristiche essenziali e delle modalità di costituzione e di gestione delle società di capitali alla luce del nuovo diritto societario nonché delle modalità di accreditamento delle aziende e dei procuratori. Seguono le caratteristiche e le modalità di funzionamento dell’Agenzia Italiana del Farmaco quali si vengono delineando proprio in questi mesi per effetto della Legge 24 novembre 2003, n. 326. La Parte terza è dedicata all’analisi delle diverse autorizzazioni, prevalentemente sanitarie, in materia di commercio dei medicinali, nonché alle norme vigenti in materia di prezzi e rimborsabilità. La Parte quarta riguarda le autorizzazioni sanitarie e non sanitarie necessarie per le diverse forme di produzione dei medicinali e delle materie prime farmacologicamente attive, nonché le diverse certificazioni non sanitarie, unitamente ai registri e collaudi. L’opera si conclude con l’esame delle modalità per il commercio, l’impiego e la produzione delle sostanze stupefacenti e delle tariffe, dei diritti e delle certificazioni. Questo volume è dedicato a quanti, sia imprenditori e operatori del settore che operatori della pubblica amministrazione, necessitano o, comunque, desiderano disporre di una fonte esaustiva del corpus normativo vigente, di agevole consultazione e, allo stesso tempo, puntualmente documentata.


DI RENZO REGULATORY AFFAIRS

Normativa sui materiali e oggetti a contatto con gli alimenti


Luciana Gramiccioni, Roberta Feliciani, Maria Rosaria Milana

Di Renzo Editore

La disciplina sui materiali a contatto con gli alimenti si è sviluppata negli ultimi quattro decenni ed è in continua evoluzione, sia dal punto di vista tecnologico-industriale sia dal punto di vista di tutela igienico sanitaria nei confronti del consumatore. L'evoluzione del settore ha portato alla continua emanazione e modifica di norme specifiche, con la pubblicazione di più di quaranta decreti.

Il testo è stato suddiviso in 4 volumi:
Volume I: Illustrazione e commento della normativa di carattere generale e specifico
Volume II: Materie plastiche e gomme
Volume III: Carte e cartoni, legno e sughero, cellulosa rigenerata
Volume IV: I materiali metallici, le ceramiche, il vetro

In ogni volume sono stati riportati tutti i decreti concernenti il singolo materiale trattato. Ove possibile, i testi dei decreti sono stati integrati, non modificando tuttavia la struttura originale della norma. Ai fini di offrire la possibilità di trovare riunite per ogni materiale tutte le norme ad esso applicabili risparmiando al lettore continui rinvii ad altre parti del volume, alcuni decreti, comuni a tutti i materiali (es. normativa di carattere generale, allegati tecnici, etc.) sono stati ripetuti in ciascun volume.


DI RENZO REGULATORY AFFAIRS

Il libro delle sirene


Meri Lao

Di Renzo Editore

Il Libro delle Sirene è un’opera di maturità, frutto di un’appassionata ricerca “a tappeto” durata oltre vent’anni, che ormai si avvale di una raccolta letteraria, musicale e iconografica unica al mondo. In questo libro l’autrice spinge ulteriormente l’analisi del femminile oscuro in senso junghiano e, ripensando al potente simbolo di seduzione divenuto segnale d’allarme, lo sottopone ad audaci confronti con testimonianze preistoriche, e con le immagini che i media hanno propagato in ogni dove. Un vero libro-sirena che avvincerà il lettore, sia per il fascino stesso dell’argomento, sia per la felice scrittura di Meri Lao, sempre assistita dall’ironia.

lunedì, marzo 13, 2006

Il volo della sirena


Liliana Gimenez

Di Renzo Editore

Dal dramma di una infanzia negata Flora, domestica presso una ricca famiglia, è costretta a diventare spettatrice silenziosa di violenze e di un mistero, quello di “Baby”, il bambino dai lunghi capelli d’oro che accudisce con dedizione. Assisterà impotente all’orrore dello stupro, ma soprattutto al miracolo di una straordinaria metamorfosi. Il piccolo uomo diventerà una donna, Diana, che attraverso fasi alterne vincerà la sua battaglia con la vita, fino a trovare l’amore cercato e atteso. Una storia travolgente e vera, dai personaggi alle ambientazioni, narrata con un ritmo fluido e incalzante da sceneggiatura cinematografica. Un messaggio nuovo, destinato a demolire la disparità dei sessi.
Liliana Gimenèz è nata a Rosario, in Argentina. Artista poliedrica, ha lavorato in campo musicale e letterario come autrice e interprete. Esordisce come scrittrice in Argentina con il romanzo “Las Sàbanas en los Balcones”, una critica audace al perbenismo e al provincialismo argentino.

L'Aquila e il Gabbiano


La storia della principessa Sissi

Elena Sica

Di Renzo Editore

Sullo sfondo della Vienna imperiale si intrecciano le storie degli Asburgo, dal fidanzamento da favola nella villa di Ischl tra l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe e sua cugina la principessa Elisabetta di Baviera, detta Sissi, alla tragedia di Mayerling; dall’incoronazione dei sovrani in Ungheria alla terribile sorte di Massimiliano, imperatore del Messico e della sua sposa Carlotta del Belgio.
Il mito dell’imperatrice “più bella d’Europa” rivive nel ricordo delle dame di corte, delle figlie Gisella e Maria Valeria, della nuora Stefania del Belgio e dell’imperatore all’indomani del suo assassinio.

Elena Sica, giornalista pubblicista, ha collaborato con vari Enti Pubblici per la realizzazione di testi per guide cartacee e multimediali. Dirige il periodico telematico on line “Free Time” e scrive per il quotidiano “La Città” e il periodico Albatros. È autrice di diversi saggi sulle tradizioni popolari campane.

Agua scura

Eros e il suo fantasma: tra delirio e ragione

Virginia Salles

Di Renzo Editore

Água scura è il tormentato resoconto di una sofferenza psicologica, affettiva, fisica, filtrata attraverso i fantasmi di un Eros inafferrabile, di quel Paradiso Perduto al quale tutti vagheggiamo di poter tornare. Testimone partecipe, lucida osservatrice, Virginia Salles introduce il lettore nel segreto mondo del “sacro recinto” analitico, consegnandogli la narrazione di un percorso esistenziale denso e coinvolgente.

Virginia Salles, psicologa, psicoterapeuta, si è specializzata in Respirazione Olotropica con Stanislav Grof. A Grof e alla psicologia transpersonale ha dedicato numerosi articoli, di cui alcuni sul Giornale Storico di Psicologia Dinamica.

Le ragioni del lupo


Angela Capobianchi

Di Renzo Editore

...Quella stanza, con la donna riversa sul letto e le macchie di sangue sui muri, sul pavimento e dovunque, era l'ultimo anello di una lunga catena di ricordi che, di notte, si trasformavano in incubi velenosi durante i quali si vedeva trasportare in tutti gli orribili luoghi che era stato costretto a visitare, e spesso in compagnia dei cadaveri che vi erano stati ritrovati. E se il caso restava insoluto, l'incubo si faceva sempre più ricorrente, angoscioso e tenace...

Un giallo intrigante e pieno di suspense, ambientato nel mondo degli avvocati e scritto da un avvocato che vive e opera a Pescara.

domenica, marzo 12, 2006

Le interfacce uomo-macchina


M. P. Penna E. Pessa


Di Renzo Editore

Uno studio dei rapporti uomo-computer, con un’analisi sull’intelligenza artificiale, sulle interfacce uomo-macchina e sulla realtà virtuale. La sede privilegiata dell’interazione uomo-macchina è l’interfaccia uomo-computer, l’arena in cui si sta giocando una partita dal cui esito dipende la futura strutturazione cognitiva dell’umanità. L’interfaccia diventa quindi, da aspetto marginale del sistema computer, l’oggetto di studio principale di una nuova disciplina, la Scienza Cognitiva, che integra in sé la Psicologia dei Processi Cognitivi, la Psicofisiologia, l’Informatica, la Fisica, la Matematica, la Filosofia.

Content is the KING



La centralità dei contenuti nell'era multimediale


Nicola Santoro - Varinia Nozzoli


Di Renzo Edtore

L'industria dell'audiovisivo e della comunicazione è in continuo cambiamento, i media si moltiplicano e la concorrenza si fa serrata. In uno scenario in rapida trasformazione il contenuto creativo assume un ruolo sempre più centrale.
In questo volume Varinia Nozzoli e Nicola Santoro (già autore di Argomenti multimediali) ci mostrano come la creatività si declina nello sviluppo di formati di successo in vari settori dell'intrattenimento: dalla tv generalista a quella digitale e interattiva, dalla telefonia mobile all'advertising. Alternando materiali teorici e spunti pratici, ci propongono una carrellata di interessanti esperienze realizzate in varie parti del mondo.

Varinia Nozzoli, laureata in Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo, ha cominciato giovanissima a lavorare nel settore dei media, per delle riviste, un ufficio stampa e in televisione. È responsabile del dipartimento di analisi, ricerca e sviluppo presso una società multimediale.
Nicola Santoro, avvocato e laureato in Comunicazione Istituzionale, dopo un periodo di collaborazioni con diversivi giornali, ha lavorato per la televisione, casting e produzione di diversi programmi. Attualmente si occupa dello sviluppo del comparto multimediale di una società di servizi. È vincitore di diversi concorsi in questo settore.
Nel 1999 ha pubblicato La curva dei silenzi

sabato, marzo 11, 2006

La mente e l’imprevisto




Alessandra Testa


Di Renzo Editore

Le situazioni che affrontiamo quotidianamente ci richiedono continui adattamenti. È un gioco al quale partecipiamo da milioni di anni. La nostra mente si organizza per rispondere a questa pressione ricorrendo, in particolare, al proprio “lato induttivo”.
Con quali strumenti concettuali si cerca oggi di comprendere le nostre abilità induttive, ad esempio la capacità di riconoscere analogie o di organizzare i contenuti della realtà in categorie? E se fosse possibile descrivere questo genere di processi con un dettaglio tale da riprodurli su macchina?
Le scienze cognitive propongono nuove teorie e una nuova metodologia di ricerca nel tentativo di oltrepassare i limiti che hanno reso l’indagine sull’induzione lo “scandalo della filosofia prima e della psicologia poi”.

Alessandra Testa è docente di scienze cognitive alla facoltà di Filosofia dell'Università di Roma “La Sapienza”.
È laureata in filosofia, svolge l'attività di consulente informatico ed è specializzata in business intelligence, basi di dati e autorità di certificazione digitale.

I ragazzi delle Carine


Lia Di Renzo

Prefazione di Franco Martignon

Di Renzo Editore

Sotto il sole di Roma e dentro le dolci folate del Ponentino si sono ritrovati tanti giovanetti di varia provenienza, rappresentanti delle molte tipologie umane del pianeta: non simboli di razza, ma tutti nella condivisione dell’unica specie umana.
È un viaggio lungo e appassionato quello dell’autrice nel mondo delle storie di vita, nell’intreccio delle persone, dei loro sentimenti, delle ansie, dei sogni e, talora, della sofferenza.
Le pagine non salvano il ricordo; attestano ciò che in questo mondo controverso e lacerato è possibile per il bene di ciascuno e, quindi, di tutti. L’integrazione è possibile, la convivenza è possibile, la pace è possibile; si chiede un unico requisito: superare le distinzioni nel rispetto della dignità dell’uomo.

Lia Di Renzo, laureata in Materie Letterarie, in Pedagogia e specializzata per l’insegnamento agli alunni in situazione di handicap, è esperta di didattica generale, di didattica differenziata e di intercultura. Per dieci anni è stata preside della Scuola Media Statale “G. Mazzini” di Roma, contribuendo a caratterizzarla come scuola sperimentale, attuando metodologie pedagogico-didattiche relative al giusto inserimento e alla migliore integrazione degli alunni non udenti e degli alunni immigrati, i quali in uno stesso anno scolastico rappresentarono settantatré etnie. Con il medesimo editore ha pubblicato: Organi collegiali a cura di, e insieme con Francesco Guadalupi, Insegnare oggi.

Da un grigio all’altro

Clara Sereni

Di Renzo Editore

L’autrice ripercorre la sua esperienza di vita, la voglia di liberarsi dai vincoli sociali, le difficoltà avute per affermarsi e per impoprre le proprie idee. Parla poi della sua attività politica, dello sforzo messo in atto per comprendere e tentare di individuare le vie più indicate per risolvere le difficoltà di quanti le sono attorno e che soffrono per gravi difficoltà personali. Emerge una persona di profonda sensibilità e grande senso di abnegazione.

venerdì, marzo 10, 2006

Le parole di un uomo


Incontro con Primo Levi

Milvia Spadi

Di Renzo Editore

Milvia Spadi è una giornalista che lavora presso la Rai e collabora con diversi enti radiotelevisivi tedeschi. L'intervista con Primo Levi è stata realizzata a fine del 1986 per la Westdeutscher Rundfunk, in occasione dell'uscita in Germania de I sommersi e i salvati.

Primo Levi è uno dei massimi testimoni dello sterminio nazista degli ebrei. Lo ha raccontato nei suoi libri, divenuti una preziosa opportunità per cercare di comprendere l'enormità di quell'evento. Ma quanto il tempo trascorso fra noi e quegli avvenimenti, fra noi e il racconto, muta la percezione della storia? In una sorta di dialogo con Levi, stimolato da una intervista raccolta pochi mesi prima della sua scomparsa, un gruppo di persone diverse tra loro - ragazzi di scuola, giovani di estrema destra, il figlio di un SS, una reduce da Auschwitz - propongono la loro visione di quell'evento e aggiungono al racconto di Levi la propria riflessione e la propria storia. Quasi fosse un dialogo collettivo dove l'argomento procede oltre il Lager o il nazismo. Le derivazioni sul tema portano a discutere anche di terrorismo, razzismo o immigrazione. Presente e centrale per tutti il rapporto con la storia e le sue conseguenze.

La pedina di vetro


Biografia di Giulia figlia dell’imperatore Augusto

Antonella Tavassi La Greca

Di Renzo Editore

Antonella Tavassi La Greca è nata nel 1951 a Napoli, dove si è laureata in Storia e Filosofia nel 1974. Vive a Roma dove ha insegnato per circa vent’anni nei Licei.

La triste vita di Giulia, la figlia di Ottaviano Augusto, con il quale ella instaura un legame molto saldo, intriso di complicità e ammirazione. Giulia sarà la moglie di coloro che il primo Imperatore di Roma volle designare alla successione: prima il giovane Marcello, poi il condottiero Agrippa, infine Tiberio. Un’accusa di adulterio la costringerà a un esilio senza ritorno. Dalle fonti storiche affiorano dubbi sui motivi che emarginarono l’unica figlia di Augusto, allontanandola per sempre dalla vita dorata che conduceva a Roma, per seppellirla viva su uno scoglio in mezzo al mare.

Da questo libro è tratta la sceneggiatura Voce di Giulia.

Organi collegiali della scuola


Lia Di Renzo

Tra le innovazioni più significative che hanno contrassegnato in quest’ultimo trentennio il sistema scolastico italiano, quella relativa all’istituzione degli Organi Collegiali nel maggio del 1974 è senza dubbio una delle più rivoluzionarie. Il libro raccoglie in modo organico tutte le disposizioni ministeriali per poter garantire sia la conoscenza della normativa relativa agli Organi Collegiali, sia il principio fondamentale della democrazia, nella quale l’individuo e la società non sono due termini di un rapporto da comporre artificialmente in unità, ma due aspetti complementari di una realtà.

Lia Di Renzo, laureata in Materie Letterarie, in Pedagogia e specializzata per l’insegnamento agli alunni in situazione di handicap, è esperta di didattica generale, di didattica differenziata e di intercultura. Per dieci anni è stata preside della Scuola Media Statale “G. Mazzini” di Roma, contribuendo a caratterizzarla come scuola sperimentale, attuando metodologie pedagogico-didattiche relative al giusto inserimento e alla migliore integrazione degli alunni non udenti e degli alunni immigrati, i quali in uno stesso anno scolastico rappresentarono settantatré etnie.

Della stessa autrice:
I ragazzi delle Carine
Insegnare oggi, pubblicato insieme a Francesco Guadalupi.

Tutti editi da Di Renzo Editore